martedì 16 marzo 2010

Anche il Fisco Svizzero utilizza dati trafugati

"Il segreto bancario svizzero non verrà abolito: esso è fortemente ancorato alla costituzione elvetica".
Con queste parole il Presidente della Confederazione svizzera - Hans Rudolf Merz - parlava ai propri cittadini mediante un comunicato televisivo.

Il messaggio, inviato a reti unificate, risale al mese di marzo 2009; una serie di eventi avevano causato forti tensioni tra Stai Uniti e Svizzera.

I fatti: alcuni tra i principali istituti di credito erano stati accusati di aver aperto conti intestati a contribuenti americani che avevano sottratto fondi dovuti all'IRS, l'Agenzia delle Entrate americana.

Nello stesso periodo, un ex dipendente della banca LGT Group del Liechtenstein vendeva al governo tedesco un file contenente un elenco di conti correnti intestati a centinaia di cittadini europei nel principato.

Notizie di tale portata si sono susseguite continuamente nell'arco degli ultimi mesi, come se, il caso esploso lo scorso anno, avesse letteralmente "scoperchiato" un enorme vaso di pandora.

A sorpresa, nei giorni scorsi, si legge dal quotidiano "Il Corriere del Ticino" che anche l'Amministrazione Federale delle Contribuzioni Svizzere ha ricevuto dall'Amministrazione fiscale tedesca informazioni riguardanti contribuenti svizzeri, che disponevano di fondi, non dichiarati, depositati in conti correnti di una banca del Liechtenstein.

Tali informazioni sono state effettivamente utilizzate dal fisco Elvetico per avviare dei procedimenti amministrativi contro i propri contribuenti.

Si evidenzia, dunque, un'incredibile contraddizione, e forse anche una certa ipocrisia: da una parte abbiamo un paese, un popolo che crede ancora nell'istituto del segreto bancario, almeno nella sua concezione originaria a protezione della privacy patrimoniale dei cittadini. Abbiamo un parlamento svizzero che, tramite i propri deputati, chiede la censura dei governi francese e tedesco che hanno acquistato dati sottratti illegalmente, invitando l'Amministrazione svizzera a rifiutare la propria collaborazione ai Governi che agiscano sulla base di tali comportamenti.

Di fatto lo stesso fisco svizzero ha utilizzato dati riferiti a propri cittadini trafugati illegalmente.

Nel suo discorso del Marzo 2009, il Presidente Svizzero Merz aveva, altresì, aggiunto: "il Segreto Bancario non puó servire per coprire comportamenti scorretti…".

E' innegabile che contribuenti che abbiano sottratto al fisco redditi non dichiarati, aderiscano alle iniziative promosse dal proprio paese per "regolarizzare" la posizione fiscale, e che, i comportamenti adottati, per la gestione dei redditi accumulati, avvengano su relazioni bancarie che diano prova della stessa correttezza e legalità.

L'era del Segreto Bancario, riferito a conti correnti personali di contribuenti che non dichiarano completamente i propri redditi, è finito.

Si apre dunque la strada della TAX COMPLIANCE e dell'ETICA FISCALE, attraverso La creazione di strumenti finalizzati a calibrare, in modo sempre più corretto, il carico tributario con l'effettiva capacità contributiva di ciascun soggetto d'imposta.

Inserire una corretta pianificazione fiscale nel piano di sviluppo dell'impresa, attraverso una riprogettazione delle funzioni aziendali e delle strutture di gestione, puó modificare in modo sostanziale non solo l'efficienza dei processi della propria azienda, ma puó portare ad una significativa riduzione del carico fiscale.

J&M Partner's in collaborazione con il LUDES organizza un workshop specifico sul tema del segreto bancario e della tax compliance volto a professionisti ed imprenditori che vogliono conoscere lo stato attuale, le eventuali azioni da intraprendere e i possibili sviluppi.

E', inoltre, disponibile un workshop Base d'introduzione alla Pianificazione Fiscale Internazionale, oltre a corsi avanzati per l'approfondimento di concetti quali ad esempio l'esterovestizione e il transfer pricing.

Ti invito al prossimo workshop sul tema.

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